La band altoatesina, sin dai tempi degli Anguish, è sempre capitanata dal chitarrista LGD, autore al solito della stragrande maggioranza sia delle musiche che delle liriche, come dicevo improntate a quanto di più delittuoso ed efferato Campodazzo abbia avuto la sfortuna di assistere.
L’ Heavy/Power di derivazione teutonica proprio degli Anguish Force tende ad affinarsi col qui presente “Atzwang”, dimostrandosi solido e compatto e regalando le giuste linee vocali al singer Johnny Thunder, a mio avviso alla sua prestazione più lodevole.
Gli oltremodo prolifici Anguish Force, con l’inserimento dei fratelli Lukas e Richard Hupka (rispettivamente batteria e chitarra), sembrano aver quadrato il cerchio della line up, regalandoci bordate dal flavour Helloweeniano come “Ghosts Through The Ruins” e “Dragons Through The Rainbow” o dall’alone ancor più malvagio quali “House Of Death”.
Il nuovo acquisto Lukas Hupka pesta sodo per tutta la durata di “Atzwang”, ben supportato dalle essenziali partiture del bassista Rudymental, rivestendo così di cemento armato la sezione ritmica, soprattutto nel genere proposto dai ‘Force, che finalmente esprimono il loro potenziale in undici brani monolitici ma al contempo piacevoli ed efficacemente scorrevoli, che ti acchiappano alle spalle trascinandoti a terra proprio come il malcapitato soggetto al centro della copertina.
Anche quando le Zucche di Amburgo fanno capolino nei mid tempo, si ha la sensazione di avere in mano un lavoro ben riuscito e dalla sorprendente coerenza, basta il primo passaggio di “The Puppet In The Garret”, o ancora “A Witch In The Mirror” per lasciarsi trasportare dal sound degli Anguish Force, più classico che mai!
Mi fa quindi molto piacere poter dichiarare “Atzwang” come il miglior disco mai scritto finora dagli Anguish Force che, in passato, passo dopo passo, si sono avvicinati a ciò che possiamo con piacere stringere tra le nostre mani d’acciaio, cinquanta minuti di puro ed incontaminato Power Metal, valido tanto nelle sterzate “On Speed” che nelle song cadenzate.
Con “Atzwang” il quintetto bolzanino sfata un celebre proverbio, loro infatti sono “profeti in patria”, gran bella prova e punto di partenza per l’attesa equilibratura ed unità d’intenti che lo rende un cd degno di ogni Defender che si rispetti!
Recensione di Alessio Aondio