Sarò sincero: i Sepultura che avevo visto molti, ma molti, anni fa non mi erano piaciuti. La formazione era per i 3/4 quella originale (c’era ancora Igor alla batteria), ma lo show che avevano fatto non era all’altezza della loro fama.
La truppa di TMI, formata dal vostro stimato e l’arrembante Skan, non si è tirata indietro di fronte alla possibilità di dare una seconda chance alla band e vederli in azione come headliner di un concerto a Brunico (Alto Adige).
Partenza bagnata (sotto la pioggia), arrivo nella cittadina di Brunico al fresco (meno dei 35 gradi che ci avevano spossato a Bolzano) e Kebab d’ordinanza. Il resto? La missione per conto di Satana: metal e fanculo al mondo.
Lo show è sold out o quasi, perciò si annuncia un concerto pieno e carico… situazione molto diversa dalle sparute presenze nei concerti classici. Bolzano non è una piazza molto attiva, ma i Sepultura hanno riunito più gente di quanto potessi pensare. Complimenti all’organizzazione.
Guardandosi in giro si può notare che l’età media non è verdissima, superiamo abbondantemente i 30 anni e questo è bello, anche perché, dalle critiche che i brasiliani ricevono dai fan, non producono un disco decente dal 1996… perciò ci si sarebbe potuto aspettare uno show pieno di giovani leve della Sepulnation. Gente che mastica i dischi successivi al 2000.
L’apertura è affidata agli Anguish Force. La band di Atzwang si presenta con la formazione classica (due chitarre, voce, basso e batteria) e cerca di scaldare gli animi dei presenti. Ci riesce. Molta gente fa headbanging e appoggia il gruppo altoatesino mentre spara fuori note di puro heavy metal ispirato agli eighties. Bisogna togliersi il cappello di fronte alla testardaggine di questa band e la loro capacità di continuare a suonare e proporre il genere che amano. Ma non tutto è idilliaco. Gli Anguish Force sono funestati da problemi di suono che limita di molto la comprensione delle loro canzoni e rende ogni pezzo impastato, soprattutto durante gli assoli del suo leader maximo. Ci sono errori d’esecuzione che stupiscono in una band con l’esperienza live (e in studio) come gli Anguish Force. Peccato. Il pubblico ha reagito bene, il sottoscritto ha storto il naso pur riconoscendo che si sono sbattuti come dannati sul palco.
Tempo di svuotare il palco e fare un rapido soundcheck, ecco che entrano i Sepultura. L’urlo più grande lo riceve Andreas Kisser che, per tutto il concerto, si dannerà l’anima per fornire uno show più che eccellente. Risultato? Riuscito al 100%. Il chitarrista macina ritmiche e assoli senza soluzione di continuità e si concede ai fan con energia e abnegazione. Penso che il termine più giusto sia: divertimento. Ecco, Andreas Kisser si è divertito e si è visto (e sentito).
La scaletta è un mix fra pezzi nuovi (Against o Dante XXI per intenderci) e pezzi degli album storici (andando a scavare nel passato immortale della band), cosa che rende il concerto una sorta di Best Of alla carriera. Questo è naturale, visto che stanno festeggiando i 30 anni di attività.
Oltre al già citato Kisser, vorrei sottolineare la prova di Eloy Casagrande. Il batterista smembra la batteria con una precisione incredibile, fornendo potenza e groove al sound dei brasiliani. Il giovane batterista (annata 1991!!) ha le palle e si sente e non ha mancato di ricordarci che ci vuole cuore ed energia per sostenere al meglio un vecchio colosso come i Sepultura.
La band snocciola uno show lungo (ben oltre all’ora e mezza, ma non ho tenuto conto del tempo a causa di una notevole partecipazione al macello che il Sepul-sound stava creando) e ha riscosso successo in tutte le fasce d’età: i vecchi si sono commossi per i brani più vecchi, ringraziando con pogo e headbanging forsennato; i giovani, molti meno ferrati sulla materia passata, hanno rotto gli indugi quando sono partiti brani del nuovo corso o quelli più conosciuti di Roots. Questo è stato bello, perché la band non ha smesso di vedere un turbinio di corpi di fronte al palco.